La diversità delle esperienze vissute nelle terre di missione dalla Guinea Bissau all’Argentina, passando tra le isole delle Filippine e quell’Albania così vicina, ma ancora immersa nei suoi numeri enigmi mi spinge ancora a sollecitarvi e a non farmi sentire arrivata per quanto è già stato svolto. Ogni terra di missione nasconde i volti di tanta gente che lottano quotidianamente per un pezzo di pane, ma soprattutto
c’è una caratteristica che li unisce: l’impegno per dare dignità alle persone. Insomma, passare dai volti ai nomi.
Il Samaritano del Vangelo, quello della Gerusalemme-Gerico non ha un nome, ma si ferma e si prende ancora cura dell’Africano, dell’Argentino, del Filippino e di quell’Albanese, lenendogli le ferite e radicalizzando il messaggio evangelico che nessuno è una ruota di scorta dell’altro.
La missione non è solo il luogo della solidarietà, ma soprattutto dell’incontro con una persona, che ha oltre il volto, un nome: Gesù Cristo. Per lui vale la pena sempre!!!!!
Comincia proprio con Lui la missione autentica, senza pensare al proprio tornaconto.
La missione non sta nel raccogliere denaro o semplicemente in un lasso di tempo trascorso emotivamente nelle missioni, ma nel credere fermamente di vivere la propria chiamata battesimale e attestarsi come viandanti della fede. Un cammino apparentemente difficile in cui nessuno deve sentirsi sconvolto, ma piuttosto coinvolto, in particolare i giovani che cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità.
È in questo modo che si diventa Chiesa, coniugando formazione e servizio, binomi imprescindibili di chi sceglie di vivere la missione.
Il campo-lavoro, la testimonianza missionaria da trasmettere nelle diverse parrocchie, l’impegno di sensibilizzazione ai progetti missionari nelle scuole e nei luoghi apparentemente lontani dai nostri comodi ambienti ecclesiali, sono solamente alcune delle vie concrete da percorrere. Vie che diventano autostrade, attraverso concretizzazioni nelle testimonianze di giustizia contro ogni tipo di violenza e di criminalità mafiosa, come anche di prossimità a favo- re dei deboli e degli emargi- nati. Tutto ciò per essere uomini e donne che testimoniano che Cristo non ha smesso di credere, che nonostante gli attentati e le pseudo guerre di religione, c’è ancora un pezzo di mondo da salvare e soprattutto da amare.
E tu ti lasci provocare dal Vangelo e affascinare dall’incontro con una Persona che ti cambia la vita?
Mimma Scalera, asc